La scelta di svolgere,in questo particolare momento che stiamo vivendo, psicoterapia in modalità on- line, è frutto di un costante confronto con colleghi, con l’ Ordine degli Psicologi Nazionale e del Veneto. E’ una decisione che porta con sé un attento studio di quelli che devono essere i confini operativi, ed i limiti di intervento di tale pratica. In passato, ho già fatto uso della psicoterapia on-line, quando per motivi personali, i pazienti non potevano recarsi in studio.
Essendo il mio compito quello di curare , non posso assolutamente nuocere a chi mi chiede aiuto. Non posso essere sicura che io stessa, con la mia presenza continua, paziente dopo paziente, non diventi veicolo d infezione.
Siamo stati tutti travolti da questa tempesta, e a nessuno è data la certezza di rimanerne un semplice spettatore.
La stanza della psicoterapia, deve essere il “posto sicuro”, una sorta di rifugio per “chi lo abita”, per l’ intera durata della seduta, in cui sentirsi protetto, per poter depositare i propri vissuti più intimi. Ma in questa condizione pandemica, non posso farmi garante di questa sicurezza.
Il mio studio non può essere percepito pericoloso per la sopravvivenza. E’ impensabile fare psicoterapia con questo rumore disturbante di sottofondo, con questa costante paura di contagio, che ci accompagna nelle nostre giornate, e che mina la relazione di fiducia alla base del lavoro di psicoterapia.
Con la psicoterapia on-line cambia il setting, certo, ma è anche vero che la psicoterapia è l’ incontro con una mente che comprende, che contiene, che sostiene nell’ espressione degli affetti, che aiuta nell’ elaborazione dei vissuti emotivi. Nella modalità on-line, mi è possibile utilizzare, quando necessarie, metodologie psicoterapeutiche che utilizzo in studio, come le libere associazioni, l’ interpretazione, l’ analisi dei sogni, le psicoterapie immaginative ed il training autogeno.
Inoltre, per alcuni, la mediazione tecnologica, e il non dover relazionarsi di persona, può facilitare l’ espressione dei propri disagi emotivi.
Con gli adolescenti, avezzi all’ uso di queste tecnologie, può essere un’ opportunità preziosa per il clinico che deve accedere al loro mondo.
Per quanto riguarda le psicoterapie in essere, mi son detta che garantire una relazione vitale, in un periodo di angoscia di morte, che pervade tutti, con diverse sfumature, fosse importante. Così come garantire una continuità psichica in un momento caratterizzato da una forte discontinuità a più livelli: lavorativo, sociale, di abitudini. Il lavoro di elaborazione sta dunque continuando on – line.
Per quanto riguarda le nuove richieste di consultazione, in un primo contatto telefonico, accolgo il motivo della richiesta, e valuto la possibilità di poter cominciare una cura on line, considerando le caratteristiche del disturbo e della persona.
In questo momento, l’ emergenza può aver slatentizzato alcune problematiche non risolte, oppure amplificato disagi già precedentemente presenti. In ognuno di noi, sono presenti tali aree, e poiché, non tutti reagiamo nello stesso modo agli stessi eventi esterni, in alcuni casi, l’emergenza fa da detonatore o amplificatore.
Ciò mi sta portando ad occuparmi soprattutto di disturbi d’ ansia, come attacchi di panico, fobie maggiormente legate alla paura di contagio, compulsioni, disturbi del sonno, oppure di somatizzazioni, disturbi dell’ umore, come depressione, distimia, euforia, difficoltà relazionali di coppia, genitori-figli.
La psicoterapia on line, è prevista nel nostro codice deontologico, e ne è regolamentata, ed in questo periodo è fortemente incentivata, tanto che il CNOP- Consiglio Nazionale dell’ Ordine degli Psicologi, offre nel suo sito, nella sezione “psicologi on-line”, un elenco completo dei professionisti che operano in tal modo, in tutto il territorio nazionale.